Un processo infinito, De Luca aveva promesso presto una parte del risarcimento “Arianna ha bisogno di cure subito, basta promesse”, il dolore della famiglia della ‘bambina di legno’

in Scrivono di noi

In tanti la conoscono come “la bambina di legno”, ma Arianna Manzo bambina non è più. A dicembre compirà 18 anni, e da tutta la vita convive con una gravosa condizione psicofisica, a seguito di un errore medico che l’ha resa tetraplegica, sorda e ipovedente. A questo si aggiunge il calvario giudiziario che da anni Arianna e la sua famiglia stanno vivendo. E che non trova fine.

Ad appena 3 mesi, entrata all’Ospedale Cardarelli di Napoli con i sintomi di una bronchiolite poi degenerata in polmonite, le venne somministrato prolungatamente un farmaco non adatto ai neonati, arrecandole danni gravissimi e irreversibili. Si iniziò il processo che in primo grado durò ben 9 anni e che ritenne colpevoli i sanitari coinvolti e stabiliva un risarcimento per Arianna che le avrebbe permesso di garantirsi le dovute cure. Ma poi gli imputati decisero di ricorrere in Appello. E per Arianna e la sua famiglia che vivono a Cava de’ Tirreni, il calvario è iniziato d’accapo.
A cominciare da nuove perizie, che però questa volta sono state fatte da medici che operano lontano dalla regione Campania come richiesto dall’avvocato Mario Cicchetti che segue dall’inizio la vicenda della famiglia Manzo. “Una relazione di 392 pagine conferma ancora una volta quanto già sostanziato nel processo in primo grado, approfondendo anche altri aspetti”, ha detto l’avvocato. Al risarcimento di 3 milioni di euro che l’Ospedale Cardarelli è stato condannato in primo grado a versare con sentenza esecutiva, ha fatto seguito una richiesta di sospensione dei pagamenti e un nuovo rinvio a giudizio in Appello.
“Intanto passano gli anni e Arianna non può più aspettare, ha bisogno di cure e interventi chirurgici che la famiglia non può permettersi – ha spiegato Cicchetti – È arrivato il momento di tirare le fila di questa situazione. La famiglia Manzo ha aspettato oltre ogni ragionevole tempo”. L’avvocato ha deciso di scrivere al Governatore della Campania Vincenzo De Luca che l’11 luglio 2020 aveva incontrato a Palazzo Santa Lucia Arianna e la sua famiglia dicendosi disponibile ad aiutarli. La storia di Arianna era diventata un caso nazionale.
La nuova perizia è stata consegnata il 14 settembre e il 21 dello stesso mese l’avvocato ha scritto a De Luca: “È, quindi – si legge nella missiva – giunto il momento di tirare le fila di quelle trattive che Lei stesso, nel corso dell’ultimo incontro tenutosi durante la campagna elettorale che l’ha vista confermato quale Presidente, aveva interrotto in attesa che venisse depositato questo elaborato (la nuova perizia consegnata il 14 settembre, ndr) , onorando l’impegno preso con Arianna, con la sua famiglia, con la Sua Comunità e con quella Italiana che si è affezionata alla Piccola, attraverso la concreta formalizzazione di una transazione che possa avere come base la sentenza di primo grado che ha visto condannato l’Azienda Ospedaliera di rilievo nazionale ‘Antonio Cardarelli’ di Napoli al risarcimento in favore della bimba di circa tre milioni di euro. Denari, questi, che, in considerazione delle disperate condizioni di salute in cui versa la piccola Arianna Manzo, sono indispensabili a garantirle quell’assistenza continuativa, attraverso personale altamente specializzato nell’arco delle ventiquattrore, che i genitori, ormai, non sono più in grado di assicurarle, oltre che (finalmente) una casa priva di tutte quelle insormontabili barriere architettoniche che non le consentono di soddisfare neanche i più semplici bisogni quotidiani”.
L’avvocato sottolinea come all’epoca delle elezioni l’incontro con De Luca avvenne in tempi celerissimi, così come la promessa di impegno a sbloccare almeno una parte di soldi che consentirebbe ad Arianna le cure che aspetta da tempo. Non avendo ricevuto alcuna risposta l’avvocato il 29 settembre ha scritto nuovamente a De Luca per sollecitarlo: “Considerato che , in assenza del pagamento del dovuto risarcimento, la minore è stata privata dell’assistenza minima di cui necessita per la sopravvivenza ed ha, quindi, conseguentemente, subito l’ulteriore aggravamento dei danni rispetto alla situazione dannosa provocata dalle condotte oggetto di causa tale, da non poter escludere qualsiasi evento fatale. Anch’esso a Lei già ampiamente rappresentato; che, come Le è noto, il contesto familiare della piccola Arianna, oltre a essere esso stesso danneggiato, è caratterizzato da situazioni economiche estremamente precarie che si sono aggravate proprio per la necessità di fornire alla minore l’assistenza personale fondamentale per sopravvivere; che Lei stesso, nel luglio 2020, aveva fortemente auspicato e successivamente interrotto le trattative in attesa che venisse depositato il summenzionato elaborato; Le rinnovo l’invito a fissare, già la prossima settimana, un nuovo incontro con la famiglia al fine di poter dare concreta attuazione alle Sue intenzioni”. Un invito semplicemente a rispettare le promesse, senza aspettare altro tempo.
Nemmeno a questa seconda missiva c’è stata una risposta, se non una telefonata da parte dello staff del Presidente della Regione che l’avvocato ha definito “sibillina”: “Garantiamo che il Presidente è entrato in contatto con il Cardarelli”. “Ringrazio molto De Luca per il suo interessamento – ha concluso Cicchetti – ma vorrei che tutti si rendessero conto che Arianna non può proprio più aspettare. Quei soldi sono fondamentali per la sua vita”.
Fonte ilriformista.it