Terremoto Centro Italia, tutti assolti per i morti di Accumoli

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Morirono in quattro, la notte del terremoto 24 agosto 2016, Andrea Tuccio, la moglie Graziella Torroni, entrambi 34enni, e i figli Stefano, di 8 anni. La torre campanaria rovinò sul loro tetto e li uccise. In sette furono rinviati a giudizio per le responsabilità connesse al fatto che quella torre aveva subito vari danneggiamenti in precedenti terremoti, l’ultimo in quello dell’Aquila del 2006 e, secondo gli inquirenti, quelle morti si sarebbero potute evitare. Venerdì 4 il giudice monocratico di primo grado, Riccardo Giovanni Porro, invece, ha assolto tutti. Dando ragione alla tesi della difesa: colpa del terremoto. Amaro il commento dei familiari: «E’ una vergogna».

Sotto accusa erano finiti l’ingegnere che era intervenuto per mettere in sicurezza il campanile dopo il terremoto dell’Aquila, Matteo Buzzi, l’allora responsabile unico del progetto, l’architetto Pier Luigi Cappelloni; il collaudatore statico amministrativo dei lavori a cui fu sottoposta la torre, l’architetto Mara Cerroni; i progettisti e direttori dei lavori, l’ingegnere Alessandro Aniballi e l’architetto Angelo Angelucci; il geometra Giuseppe Renzi e l’ingegner Matteo Buzzi, tecnico incaricato dei lavori dalla Diocesi di Rieti. E il sindaco, di allora, Stefano Petrucci perché, dopo aver fatto un’ordinanza di sgombero per il rischio del crollo, sulla base di una relazione di Buzzi, all’esito dei lavori di messa in sicurezza, l’aveva revocata. Per questo la famigliola era tornata a vivere nell’abitazione, ignara del pericolo. Poi, quella notte, la vela campanaria piombò violentemente sul tetto dell’adiacente edificio comunale sfondando, in caduta, prima la copertura della casa canonica e poi due solai dell’abitazione di proprietà del Comune dove la famiglia Tuccio, affittuaria di quell’appartamento, dormiva.
Si attendono le motivazioni. Intanto il fratello di Andrea Tuccio, Andrea, esprime il suo scoramento: «La legge italiana dice che mio fratello è morto per sé stesso non volevo vendetta, ma sono deluso dalla giustizia italiana». «La sentenza di oggi attesta che non è pervenuta responsabilità penale, ma forse ci sarà un risarcimento per motivi civili», hanno fanno sapere i legali della famiglia delle vittime.

Soddisfazione amara anche per le difese. L’avvocato di Petrucci, Mario Cicchetti, ci tiene ad esprimere «la massima vicinanza alla famiglia, che ha subito un dolore così grande. Ci premeva però dimostrare l’estraneità del sindaco dalle accuse che gli erano state mosse. E il Tribunale, con una decisione equilibrata, derivata da una lunga istruttoria altrettanto equilibrata, lo ha riconosciuto».

Fonte: Corriere