Errore medico: 3 milioni di risarcimento

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Arriva il maxi risarcimento per la famiglia di Arianna Manzo, la bambina originaria di Cava de’ Tirreni affetta da atrofia cerebrale da quando aveva pochi mesi di vita. La causa intentata dai suoi cari nei confronti dei sanitari che la ebbero in cura all’epoca, e che secondo i genitori avrebbero cagionato la patologia somministrandole un trattamento non consono, è giunta ad una svolta con la sentenza emessa il 26 novembre dalla seconda sezione civile del Tribunale di Salerno.

Il giudice Giuseppina Valiante ha accolto le motivazioni che portarono alla denuncia, in particolare nei confronti dei medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli, decretando un rimborso di circa 3 milioni di euro (interessi compresi) a favore della famiglia della piccola, in procinto di compiere ormai quindici anni. Nata nel dicembre 2004, Arianna Manzo entrò in ospedale nel marzo dell’anno successivo, inizialmente al presidio di Cava de’ Tirreni e successivamente a Napoli.
Alla base delle accuse rivolte ai sanitari, la somministrazione di un sedativo contro la bronchiolite, che sarebbe risultato troppo forte, per un periodo pari a due settimane. Dal nosocomio metelliano venne trasferita al Cardarelli, e furono proprio i medici di Napoli a darle il medicinale che non sarebbe stato adatto ad una bimba di quell’età. Arianna successivamente finì sulla sedia a rotelle e per la sua famiglia cominciò un vero e proprio calvario.
I genitori non si arresero: da un lato cercarono in tutti i modo di curarla, facendola esaminare persino in Slovacchia, a Tel Aviv e in Florida, senza purtroppo risolvere il problema; dall’altro, portarono avanti una dura battaglia legale, con il processo iniziato nel 2011 e una continua turnazione di giudici, fino alla dottoressa Giuseppina Valiante, che ha emesso la sentenza.
La causa milionaria ha visto uscire indenni i medici dell’Asl Salerno, mentre è stata ritenuta colpevole la condotta dei sanitari del Cardarelli, per aver sottoposto la bambina, nata sana, ad un trattamento contrario alle linee guida. Responsabilità accertate attraverso approfondite perizie e confermate dai consulenti tecnici nominati dal giudice su richiesta dei legali della famiglia.
«E’ una vittoria che arriva dopo anni di battaglie – è il commento di Eugenio Manzo, padre di Arianna, che insieme a mamma Matilde ha sempre creduto in un esito positivo del processo – Dopo non so quante udienze possiamo ritenerci contenti, anche se purtroppo non potranno restituirci la nostra Arianna com’era prima. Almeno però in un domani avremo modo di aiutare economicamente sia lei che il fratello. Ringrazio l’avvocato Mario Cicchetti e il giudice Valiante, che ha riconosciuto il danno. Finalmente giustizia è fatta». Infine un pensiero a chi ha sempre sostenuto Arianna e ha omaggiato la famiglia con un regalo per festeggiare l’importante risultato: «Grazie alla curva Sud Catello Mari. I tifosi della Cavese stati molto vicini in ogni occasione, e soprattutto nei momenti difficili, a noi e a nostra figlia». L’avvocato Cicchetti aggiunge: «C’è soddisfazione massima perché a distanza di otto anni si vede riconosciuto un risarcimento atteso da troppo tempo. La giustizia in casi del genere dovrebbe avere una corsia preferenziale. Il giudice ha fatto ordine tra le pedine, riuscendo a riconoscere la verità». 

Fonte: lacittàdisalerno.it