Niente cure per una bambina

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Siena, 8 aprile 2013 - Giustizia negata a una bambina di Poggibonsi. Una storia incredibile che vede contrapposta la famiglia della piccola all’Ausl 7 e alla Regione.

I genitori della piccina — nata con gravissime patologie — non potendo ottenere cure efficaci in Italia per alleviare le gravi sofferenze della figlia, avevano richiesto all’Ausl di poter accedere ad alcune cure estere (per l’esattezza negli Stati Uniti). L’azienda sanitaria 7 aveva rilasciato l’autorizzazione e ora, invece, è tornata sui suoi passi tanto che la famiglia della piccola ha chiesto ad un giudice di pronunciarsi sul caso.

Il travaglio di due giovani genitori che ogni giorno accudiscono la loro bambina — affetta da tetraplegia spastica, grave ritardo mentale ed epilessia — da oggi è ancora più pesante. Vale la pena raccontare questa incredibile storia che ormai va avanti da tempo. E’ il mese di febbraio 2011 quanto il legale della famiglia, l’avvocato Mario Cicchetti fa ricorso al giudice perché l’azienda Usl 7 autorizzasse a portare la bimba in America per le necessarie cure. L’Usl in un primo momento aveva detto sì per tre cicli (uno è già stato fatto), poi non aveva rinnovato l’autorizzazione per il secondo e terzo ciclo di cure. Per questo la famiglia al solo fine di continuare la terapia (ossigeno-terapia associata a terapia fisica intensiva) decise di citare in giudizio, dinanzi alla sezione lavoro del nostro tribunale, l’azienda.

Il giudizio di primo grado — nel quale venne chiamato a intervenire come terzo anche la Regione Toscana — si era concluso ad aprile 2012 e il giudice non aveva riconosciuto alcun diritto della minore a proseguire le cure estere (il Giudice non si è pronunciato al riguardo) e aveva rigettato la domanda avanzata dall’Usl 7 che aveva chiesto la restituzione delle somme che aveva elargito alla famiglia a titolo di rimborso del primo ciclo di cure. Il tutto dopo averle regolarmente e formalmente autorizzate e avendo, così, manifestato formalmente la disponibilità al rimborso del denaro anticipato dalla famiglia per sottoporre a cure la piccola.

Il giudice aveva ordinato, inoltre, il trasferimento degli atti alla Procura Generale presso la Corte dei Conti al fine di verificare la posizione dell’azienda che dapprima aveva riconosciuto la validità delle cure statunitensi rispetto a quelle italiane rilasciando la relativa autorizzazione e il conseguente rimborso e, successivamente, negato il riconoscimento delle stesse cure (nei medesimi centri) e con esso la relativa autorizzazione e il conseguente rimborso.

Contro questa decisione i genitori della bambina avrebbero voluto appellarsi ma l’azienda sanitaria li ha anticipati sul tempo proponendo appello al solo fine di sospendere le indagini che avevano avuto inizio con il trasferimento della sentenza di primo grado alla Procura Generale della Corte dei Conti. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 21 maggio. I genitori della piccina sono intenzionati ad andare avanti per il bene della loro figlia nata a Poggibonsi il primo marzo del 2006.

Fonte: La Nazione Siena