Terremoto Centro Italia, tutti assolti per i morti di Accumoli

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Morirono in quattro, la notte del terremoto 24 agosto 2016, Andrea Tuccio, la moglie Graziella Torroni, entrambi 34enni, e i figli Stefano, di 8 anni. La torre campanaria rovinò sul loro tetto e li uccise. In sette furono rinviati a giudizio per le responsabilità connesse al fatto che quella torre aveva subito vari danneggiamenti in precedenti terremoti, l’ultimo in quello dell’Aquila del 2006 e, secondo gli inquirenti, quelle morti si sarebbero potute evitare. Venerdì 4 il giudice monocratico di primo grado, Riccardo Giovanni Porro, invece, ha assolto tutti. Dando ragione alla tesi della difesa: colpa del terremoto. Amaro il commento dei familiari: «E’ una vergogna».

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Terremoto: legale Comune Amatrice, sentenza da riformare

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(ANSA) - NAPOLI, 09 FEB - "Si tratta di una pronuncia che merita di essere riformata: il Tribunale non ha valutato, infatti, molti dei dati scientifici che questa, e altre difese, avevano puntualmente sottoposto alla sua attenzione e che se adeguatamente apprezzati avrebbero sicuramente condotto all'assoluzione di tutti gli imputati". Così, in una nota, l'avvocato Mario Cicchetti, legale del Comune di Amatrice, commenta le motivazione della sentenza del processo sul crollo delle palazzine ex Iacp di piazza Sagnotti (civici 5 e 6) di Amatrice a causa del sisma dell'agosto 2016.

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Processo vignette su Amatrice: "Chiediamo mezzo milione a Charlie Hebdo"

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Sotto quelle macerie Charlie Hebdo forse ha seppellito pure la dignità e l’onore di Amatrice e dell’Italia. Ma questo lo dovrà stabilire la corte d’appello del Tribunale di Parigi davanti al quale venerdì si è aperto il processo tra il Comune di Amatrice e il giornale satirico francese. I giudici parigini dovranno stabilire se quelle due vignette pubblicate nell’agosto 2016, dopo il terremoto, hanno diffamato la comunità amatriciana e l’Italia. Questo pensa l’avvocato Mario Cicchetti che davanti ai giudici francesi rappresenta proprio il Comune di Amatrice.

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L’ospedale non paga: i genitori di Arianna,>

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Arianna dovrebbe essere in spiaggia a ridere con i quindicenni come lei se dall’Ospedale Cardarelli, entrata a tre mesi, non fosse uscita sorda, ipovedente e intrappolata in un corpo rigido che le genera quotidiane sofferenze, se non sottoposto a cure continue. Ma l’azienda sanitaria napoletana, condannata nel novembre scorso a risarcirla, non intende versare nemmeno un anticipo che servirebbe a pagarle le cure di cui necessita per sopravvivere. Così i genitori, ignorati anche dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca, cui si erano rivolti, hanno preso la decisione estrema: si lasceranno morire.

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