Terremoto: legale Comune Amatrice, sentenza da riformare

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(ANSA) - NAPOLI, 09 FEB - "Si tratta di una pronuncia che merita di essere riformata: il Tribunale non ha valutato, infatti, molti dei dati scientifici che questa, e altre difese, avevano puntualmente sottoposto alla sua attenzione e che se adeguatamente apprezzati avrebbero sicuramente condotto all'assoluzione di tutti gli imputati". Così, in una nota, l'avvocato Mario Cicchetti, legale del Comune di Amatrice, commenta le motivazione della sentenza del processo sul crollo delle palazzine ex Iacp di piazza Sagnotti (civici 5 e 6) di Amatrice a causa del sisma dell'agosto 2016.

Secondo Cicchetti, "su tutti prevale il tema sull'eccezionalità del sisma avvenuto ad Amatrice il 24 agosto 2016 in relazione al quale, il Tribunale di prime cure, ha ritenuto di condividere le tanto ferme, quanto fragili e contraddittorie, conclusioni alle quali erano giunti i Consulenti della Procura che lo avevano definito come semplicemente forte ma non eccezionale. Fragilità, queste, che erano state reiteratamente evidenziate da tutte le difese nel corso del dibattimento, anche attraverso la produzione del noto elaborato a firma del prof. Carlo Doglioni, presidente dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) - ente terzo e imparziale, oltre che unico soggetto deputato a esprimersi sui fenomeni sismici - che, esaminando quanto avvenuto in quella piazza di Amatrice, ove sono crollate, tra le altre, le due palazzine ex Iacp, aveva definito il sisma come eccezionale non solo per gli effetti cosiddetti 'near source' che hanno sensibilmente influenzato i valori di scuotimento al sito e per l'ulteriore amplificazione addebitabile al terrazzo ove poggiava Amatrice ma, anche, per l'accelerazione del suolo che era stata registrata con una componente orizzontale fino a quattro volte maggiore rispetto a quella prevista dalla norma. Contraddittorietà dei Consulenti della pubblica accusa emersa anche successivamente, allorquando, uno di questi, escusso in altro processo penale (cosiddetto del crollo del campanile di Accumoli) e chiamato a esprimersi sempre in merito al fenomeno tellurico e sugli effetti di amplificazione locale, lo ha letteralmente definito "una devastazione" in località Saletta (Amatrice) per poi, sostenere che ad Accumoli (ipocentro del sisma del 2016) non ha raggiunto un valore di eccezionalità e, quindi, concludere affermando che: 'Forse su Amatrice si può anche discutere...'. Così mettendo nuovamente in discussione la tesi dai medesimi energicamente sostenuta e posta alla base della sentenza di condanna". "Tali dichiarazioni - conclude l'avvocato del Comune di Amatrice - evidenziano la contraddittorietà delle tesi tecniche della pubblica accusa e, conseguentemente, come tale decisione possa e, anzi, meriti di essere riformata". (ANSA).

Fonte: Ansa