Nostra figlia soffre, solo silenzio

in Scrivono di noi

C’è una bimba di tre anni e mezzo immobile nel suo lettino, quasi inconsapevole del mondoche la circonda. E intorno a lei c’è la sua famiglia distrutta dal dolore ma decisa a resistere,pronta ad assisterla ad ogni minuto del giorno e della notte.

Ludovica non può muoversi,non ci vede bene e non parla,scossa ogni tanto da terribili crisi epilettiche. Ma accanto a lei ci sono papà Angelo Pichierri emamma Alessandra, 47 e 44 anni,che vivono nel Tarantino e non la lasciano mai, e che qualche settimana fa sono corsi in ospedale di notte quando Ludovica stava soffocando per una crisi respiratoria e sono riuscitia salvarla. Attorno a quel lettino c’è anche Gianmarco, il fratellino di sei anni che la chiama principessa e non smette di chiedere quando sarà che quella sorellina comincerà a giocare con lui, come tutte le sorelline del mondo.E’ una scena familiare che va avanti da tre anni, putroppo, da quando - come già raccontato da questo giornale - la bimba nata con una grave malformazione cardiaca, a tre mesi subì un intervento chirurgico riuscito ma seguito da una crisi notturna che due medici dell’ospedale di San Donato Milanese dov’era ricoverata, secondo l’accusa della Procura, non seppero affrontare ed anzi aggravarono sbagliando i farmaci somministrati.Da quel momento Ludovica vive con danni neurologici gravissimi e i suoi genitori sopravvivono come possono per lei e per Gianmarco.Angelo, dipendente dell’Ilva diTaranto si è fatto mettere in cassa integrazione volontaria. La moglie, addetta in un negozio di ottica, ha perso il lavoro. Per cercare di garantire alla piccola le migliori cure possibili, vivono tra gli ospedali di Firenze, Roma,Milano. Notti in bianco, dolore profondo, spese altissime possibili solo grazie ai nonni e dopo aver venduto delle piccole proprietà che la famiglia possedeva.E tutto mentre a tre anni dall’inizio del dramma, con un processo penale già in corso nei confronti delle due giovani dottoresse accusate di lesoni colpose gravissime, l’ospedale San Donato non s’è mai fatto avanti con la propria assicurazione,nemmeno ha risposto alle lettere dell’avvocato Mario Cicchetti che segue i familiari e ora ha chiesto un risarcimento di 4 milionidi euro.«Del resto fin dal primo momento in cui furono costretti ad ammettere le reali condizioni di Ludovica- si sfoga papà Angelo -l’ospedale tentò di sostenere che i danni cerebrali della piccola fossero precedenti all’operazione». Per fortuna lui aveva gli esiti di una serie di esami fatti prima dell’intervento che toglievano ogni dubbio. E conservava nel cellulare un breve video della bimba che muoveva braccine e gambette prima di avviarsi in sala operatoria. E prima che i suoi genitori la rivedessero nellaTerapia intensiva pediatrica delll’ospedale e si accorsero subito che «la bimba non era più la stessa», come dice Angelo soffocando la commozione, aveva il visino gonfio, lo sguardo fisso,gli arti inchiodati al lettino.Momenti terribili che mamma e papà non potranno mai dimenticare.Da allora, un vero e proprio pellegrinaggio tra centri riabilitativi,ospedali di mezza Italia,fisioterapisti. Spendendo molto più del possibile, sempre con l’ansia di non poter lasciare sola Ludovica nemmeno di notte ma anche con l’esigenza di seguire il piccolo Gianmarco che soffre insieme a loro.Per lo stress e il dolore Angelo ha anche avuto un infarto, tempo fa, e Alessandra è sprofondata in un esaurimento dal quale è riemersa con grande fatica. «E’ solo grazie a nostro figlio che riusciamo ad andare avanti -confessa il papà - altrimenti credo che io e mia moglie avremmo compiuto un gesto definitivo». Intanto Ludovica è lì ferma nel suo lettino e ha bisogno di loro.

Fonte Il giorno