Matilde può curarsi in Florida

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Per la Cassazione la piccola Matilde ha diritto ad essere curata all’estero e le spese sostenute sono a carico della Asl e della Regione.

La Suprema Corte ha scritto quindi la parola fine su una lunga vicenda, iniziata nel lontano 2010, quando i genitori della bambina di Colle Val d’Elsa, che oggi ha 13 anni, avevano chiesto all’allora Asl 7 di Siena e al centro regionale di riferimento di Firenze, di poter far accedere la loro figlia a diversi cicli di cure ad altissima specializzazione (ossigeno terapia iperbarica mista a terapia fisica intensiva) in Florida. LE CURE Matilde nasce nel 2006 all’ospedale di Poggibonsi. E’ tetraplegica, a causa di problematiche nel parto che la famiglia considera negligenze. “Ottenemmo un risarcimento di tre milioni di euro – ricorda l’avvocato reatino Mario Cicchetti, che assiste la famiglia – all’epoca si trattava del più alto mai ricevuto da una struttura sanitaria”. I genitori non si accontentano delle cure italiane, così vanno alla ricerca di un centro specializzato, trovandolo negli Stati Uniti. Regione e Asl danno l’ok al primo ciclo, Matilde va in Florida per tre mesi e quando ritorna in Italia la famiglia ottiene il rimborso. “Gli stessi dipendenti dell’azienda sanitaria di Siena – afferma l’avvocato Cicchetti - e di altri autorevoli centri come il Meyer di Firenze, che visitarono la bambina, ne riconobbero i notevoli benefici”. IL NO Quando però si tratta di partire con il secondo ciclo di cure, nello stesso centro statunitense, Regione e Asl dicono no. “Ovviamente il diniego fu sorprendente visto che la richiesta era la stessa – prosegue Cicchetti – ne nacque un lungo contenzioso giudiziario che ci vide in primo grado in parte soccombenti, salvo poi venire definito dalla corte di appello di Firenze con la sentenza dell’11 giugno 2013”. Con quella pronuncia il tribunale di secondo grado “riconosceva alla minore il diritto alle cure estere e al rimborso delle spese già sostenute e rigettava la domanda di restituzione del rimborso del primo ciclo”, che l’Asl 7 di Siena aveva avanzato nei confronti della famiglia. LA DECISIONE A questo punto servizio sanitario e Regione ricorrono in Cassazione. Cinque anni e mezzo dopo la Suprema Corte si pronuncia con l’ordinanza 11354.19 dello scorso 29 aprile, nella quale vengono rigettati entrambi i ricorsi. In particolare i giudici Enrica D’Antonio, Umberto Berrino, Giulio Fernandes, Paola Ghinoy e Rossana Mancino, rilevano che “il sistema sanitario assiste la persona in ragione del diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione...” e che... “l’autorizzazione delle cure all’estero... in nulla differisce dall’assistenza comunque dovuta dal servizio sanitario”. “Irrilevante – rileva ancora la Cassazione - il fatto che i genitori della piccola Matilde abbiano definito con una transazione il giudizio civile risarcitorio per responsabilità medico-sanitaria promosso nei confronti dell’azienda Asl 7 di Siena”. Insomma secondo i giudici “la seconda determinazione dell’azienda sanitaria, di segno opposto alla prima, è stata determinata non già da una diversa valutazione delle condizioni legittimanti la terapia estera, bensì dalla convinzione che il rimborso fosse comunque precluso dagli effetti della transazione avvenuta tra le parti” né “rispetto alla prima determinazione è stata dedotta alcuna circostanza nuova, tale da modificare il quadro delle astratte possibilità di fruire delle cure in Italia”. EPILOGO Adesso Asl e Regione dovranno provvedere a rimborsare i costi sostenuti dalla famiglia, che nel frattempo era andata avanti con i cicli negli Stati Uniti (circa 100mila euro ogni sessione, comprese le spese di vitto e alloggio). “I genitori non si sono mai fermati, cercando comunque di assicurare la migliore assistenza a Matilde – conclude l’avvocato Cicchetti - Adesso saranno rimborsati e questo è un caso in qualche modo storico, perché non era mai successo che il servizio sanitario si pronunciasse in maniera opposta sullo stesso caso. La Cassazione ha messo una pietra tombale e garantisce alla bambina, anche in futuro, le migliori cure”

Fonte: Corriere di Siena